martedì 9 ottobre 2007

Non sono d’accordo (Storia di Pierluigi, Gianluca e Ilaria)

Sono contentissimo quando mi riescono gli esperimenti. Ultimamente ne ho fatto uno utile e divertente. Mi sono impegnato in un lavoro che non ha speranze: cercare di convincere i seguaci del PD a desistere dal loro intento di “partecipazione” – per modo di dire – “al processo di costituzione di questo nuovo soggetto politico democratico nell’interesse della gente… obladì olbladà!”, bravo Fassino, hai detto ancora “Democratico”.
Ci ho provato con tre soggetti diversi in genere, tipo e livello di partecipazione… obladì obladà.
Il primo è Pierluigi Severi, veterano della politica romana ad altissimi livelli, grande segretario romano del PSI ai tempi d’oro (tempi d’oro nel senso che tutto l’oro era dei socialisti); poi passato al “sogno di libertà” di Forza Italia, ma solo marginalmente. Non so cosa significa di preciso, ma così me l’hanno detta, “marginalmente”. Poi, da ultimo, Pierluigi, che stimo anche se conosco poco, sta cavalcando l’onda fassiniana (suo amico intimo) del socialismo riformista laico liberale, un po’ di destra, ma anche un po’ di sinistra, del magico fantastico PD.
Il secondo è un consigliere municipale, anzi no, il Presidente del Consiglio del VI Municipio di Roma per la precisione, che è diverso dal Presidente del Municipio. Una volta me l’ha spiegata la differenza: il Presidente del Municipio è tipo il Presidente del Consiglio, il Presidente del Consiglio del Municipio è tipo il Presidente della Camera. Margherita, cioè Santilli, Gianluca Santilli, questo il nome del Presidente del Consiglio Municipale, è della Margherita, non vi sbagliate, a lui piace Rutelli.
Il terzo, anzi, la terza, Ilaria. Una certa Ilaria. Una ragazza molto dolce e simpatica, amica mia di flirt e da poco, spero non da quando mi ha conosciuto, in preda a convintissime, ma poco convincenti, velleità politiche. Con la Margherita, non vi sbagliate. Stagista presso la Camera dei Deputati. Non conosce e non usa internet, anzi lo rinnega abbastanza. Una volta doveva scrivere una relazione su non so che cosa e venne a casa mia per farsi aiutare da me. Peccato non abbia conservato quelle prime due righe che scrisse di sua sponte, erano in una lingua strana. Ora scrive i discorsi a un chicchessia in Parlamento. Non è molto migliorata. Mi spiace di lei. Mi spiace perché è giovane, e non vorrei mai che il suo sogno venga deluso (o eluso?) dagli eventi. Da quali eventi?
Da quelli che io tento, ho tentato di spiegare ultimamente a questi miei amici (tanto per usare un pronome tipico diessino, giusto per infastidirli).
A dire la verità la delusione nell’avere dinanzi interlocutori incapaci di sostenere una discussione costruttiva e attenta rispetto alle mie argomentazioni di critica negativa verso il PD è stata più grande e più sconfortante di quella provata quando ho consolidato le stesse argomentazioni. Per dirla in modo diverso, la delusione nei confronti del PD cresce sempre più man mano che tento di aprire un dialogo con gli uomini e le donne che ne faranno – marginalmente – parte. L’unica risposta che ho ricevuto finora è stata: “Non condivido quello che dici”. E basta!? Ho le prove: ho due mail, l’una di Severi, l’altra di Santilli, e un sms (ovviamente) della ragazzetta, con la stessa terminologia, la stessa frase “Non sono d’accordo”… e nulla di più. Forse Veltroni ha accentrato anche questa di decisione, oltre al blocco delle liste e la scelta di ogni singolo componente delle stesse dal capo alla coda, ha scelto anche la frase da dire.
Come è possibile che si siano diffusi, senza l’utilizzo di internet, in così poco tempo, la risposta da dare ad ogni argomentazione critica nei confronti del PD?
Non ci sono idee, non ci sono risposte, forse Veltroni avrebbe potuto far dir loro: “La risposta, miei amici, è nel vento”…come Dylan. Bob Dylan ovviamente. Avrebbero fatto tutti più bella figura.
Il problema, credo, a questo punto è che tutta la massa che è intenta a prendere parte (passivamente) a questo progetto indefinito, non sappia bene quello che sta andando a fare la mattina nei posti in cui si reca per parlare, progettare, diffondere le cose inerenti al PD.
Non sanno davvero il motivo per cui è bene o è male fare il PD. Non sanno quali siano i difetti o i pregi del PD. Non sanno perché vogliono farne parte. Forse solo per inseguire una speranza di potere o di ideologia – quale? non mi è mai stato detto – fine a se stessa. Perché fa comodo. Ci si sforza poco, basta ripetere a memoria quello che dice Fassino e quando qualcuno argomenta contro, prontamente rispondere, “no, non sono d’accordo”. E tutto a posto così. Tanto chissenefrega. C’è Veltroni che ha il 70% a Roma, Zingaretti che ha il 60% nel Lazio… anche questo a memoria. A cosa corrispondono ste percentuali?
Sono sicuro che è così. Le mie argomentazioni sono sempre state di merito e, spero tecniche, non politiche o ideologiche. Non il “mi piace” o il “non mi piace”. Non m’importa se è bello o brutto. Mi importa se può fare danni o meno al Paese nel quale ho avuto la (s)fortuna di essere nato.
Può fare danni un partito che parte con sole contraddizioni e senza idee? Può fare danno un partito che vota al suo interno per le primarie con la stessa legge bestemmiata per un anno e mezzo di campagna elettorale? Ma se avevano detto che per colpa di questa legge non si poteva governare; allora vuol dire che non hanno intenzione di governare neanche col PD? Può fare danno un partito che si misura con schemi sociali e politici e temi vecchi, con uomini vecchi e stanchi, che ormai rantolano solo tra una querela e una “risposta al Direttore” del quotidiano di turno per cercare di difendersi dai fuochi incrociati della gente. Può far male un Partito in cui c’è il Fassino di turno che vuole allearsi con tutti, con la Leganord, con AN, con Marchionne, con tutti quelli contro cui io e Fassino stesso abbiamo abbaiato per cinque lunghi anni di agonia di Governo Berlusconi – le dichiarazioni le cito da fonti, non me le invento io. Si può avere fiducia di un partito che dichiara partecipazione e blocca le liste? Ci può essere giovamento da un Partito nato da due partiti che ora governano in questo barbaro modo? In quale modo? In nessun modo. Che fine ha fatto Rutelli? Il nulla cosmico.
Ilaria, la ragazzina di cui raccontavo sopra, mi ha detto un giorno, tutta contenta, quali fossero le proprie mansioni. Le sue mansioni alla camera dei deputati, da un anno a questa parte, riguardano solo ed esclusivamente attività inerenti al Partito Democratico. Come è possibile che stiamo spendendo soldi e tempo per occuparci di queste cose alla Camera? Come è possibile che, invece di governare, questa gente qui vada nelle piazze e in tv a parlare di come sarà bello il Partito Democratico? Ma non facevate prima a governare?, dato che siete già al Governo, qualcuno glielo ricordi! Si può avere fiducia di un Partito che dice di essere di sinistra, ma anche un po’ di centro, evviva Follini è dei nostri, Mastella no, è nel bosco; con un occhio a destra, laico, riformista, conservatore, liberale, cattolico, democratico, socialdemocratico, di estrazione cattosocialista, popolare europeo, socialista europeo, staccato dall’Europa, indipendente dall’Europa, con occhio forte all’Europa, basato sui bisogni della gente…
Ma queste non sono soggettività, questo non è tifo da squadra a cui si può rispondere con un’opinione, queste non sono idee o preconcetti, a queste cose non si risponde con uno sterile “Non sono d’accordo”, a queste cose non si è d’accordo o non d’accordo, sono cose dette, dichiarate, evidenti, che andrebbero al massimo corrette… Rispondetemi!
…e, vi prego, divertitevi anche voi a chiedere ad un PiDdino com’è il suo Nuovo Partito, lui vi risponderà, “No, è un Partito Nuovo!”. Basta!, non vi pare?

Gianluca Vecchio.

1 commento:

Roman ha detto...

La barca colpita in pieno ed affondata. Ci sono veramente poche cose da aggiungere. Forse l'unica, perchè non concentrare l'idea, lo sforzo sull'unico spazio comune?
Ciao