lunedì 3 dicembre 2007

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giovedì 15 novembre 2007

giovedì 8 novembre 2007

Spensierate alleanze e schifosa ambiguità

"Compagni socialisti
ma sì, anche voi insinuanti, astuti e tondi
compagni socialisti
con le vostre spensierate alleanze
di destra, di sinistra, di centro
coi vostri uomini aggiornati
nuovi di fuori e vecchi di dentro
compagni socialisti, fatevi avanti
che questo è l’anno del garofano rosso e dei soli nascenti
fatevi avanti col mito del progresso
e con la vostra schifosa ambiguità
ringraziate la dilagante imbecillità".

PS: A "Compagni Socialisti" si sostituisca "Compagni del PD"...

G_

Non più a gas ma a kerosene

lunedì 5 novembre 2007

La schizofrenia sociale

Ecco qui. Come non detto. Veltroni e la legge elettorale. Non l'avevo detto prima per scaramanzia, ma l'avevo scritto nei miei appunti, "...vuoi vedere che Veltroni prima si blinda il Partito D. con la stessa legge elettorale in vigore, liste prestabilite, chiuse blindate con Franceschini il Mediocre, Bettini il Socialista sin dall'inizio in prima fila.. uomini dal consenso romano facile, e poi, appena sistemate le cose, certo di conoscere singolarmente tutti i componenti del partitucolo ambiguo di famiglia, inizia a parlare dell'INDECENZA DI QUESTA LEGGE ELETTORALE CHE VA CAMBIATA. PRIMA SI CAMBIA LA LEGGE ELETTORALE E POI SI VA ALLE ELEZIONI." E allora perchè nelle primarie di Walter andava bene?
Mah!...
Furbo. Ma è facile fare il furbo in Italia, con noi italiani. Noi popolo di arrivisti. Noi che ci facciamo strada con le relazioni e non per le cose che sappiamo fare. Noi, che se ci serve qualcosa alziamo il telefono e chiamiamo l'Assessore o il Consigliere. E la cosa grave è che loro rispondono. Noi che facciamo tutto sottobanco. Noi che ci guadagnamo la stima dei perdenti perdendo, puntando al ribasso. Non ambire a troppo se no ti cacciano dai posti di lavoro. Non dimostrare troppa passione se no credono che vuoi cavargli via la poltrona dal culo. Noi che non sappiamo fare nulla. Noi che se fai bene il sindacalista ti rinchiudono in psichiatria, se fai bene il Magistrato ti fanno saltare in aria col tritolo. Noi che votiamo per il V-Day, ma anche per le Primarie del PD. A noi che ci piace il cinema colto, ma anche Franco e Ciccio.
Questa è la cosa più assurda che ho potuto vedere. Le code per il V-day fatte dalle stesse persone che poi l'han fatta anche per le Primarie di Walter. "Io non sono nè di destra, nè di sinistra. Laico, cattolico, riformista, rivoluzionario, liberale, comunista..." CI si metta d'accordo prima con sè stessi.
Bravo Walter, ti sei fatto il tuo partito con una schiera di italiani dietro, questi italiani così descritti, questi italiani che, se tanto poi gli dai la sede nei fori imperiali, là dove processarono e giustiziarono San Pietro e Paolo, li convinci che quella è una sede austera e che tanto prima o poi potranno entrarci anche loro.
Saluti e Baci, Italia!

G_

giovedì 1 novembre 2007

Firmate

lunedì 29 ottobre 2007

giovedì 25 ottobre 2007

ITALY SOS INTERNET FREEDOM! - firmate con un commento

Questo è il testo che con un gruppo di persone abbiamo costruito e spediremo alla Commissione Europea per rendere loro note le condizioni sociali e di democrazia del nostro Paese. Se siete d'accordo sottoscrivetelo inserendo nome e cognome nel commento. Grazie.

Dear Sir,Madame,
I hope to be one of the million of Italian people who get shamed for what is happening in our country. What is happening is unbelievable. Riccardo Franco Levi, Prodi's right hand man, undersecretary to the President of the Council, has written the text to put a stopper in the mouth of the Internet. The draft law was approved by the Council of Ministers on 12 October. No Minister dissociated them selves from it. On gagging information, very quietly, these are all in agreement. The Levi-Prodi law lays out that anyone with a blog or a website has to register it with the ROC, a register of the Communications Authority, produce certificates, pay a tax, even if they provide information without any intention to make money.

This is the time for an European "strong and serious" intervention.
Please help us, don't leave Italian right people alone.

Best Regards,


Lisa Guerrini
Roman Malych

mercoledì 24 ottobre 2007

martedì 23 ottobre 2007

lunedì 22 ottobre 2007

venerdì 19 ottobre 2007

La democrazia

La democrazia
di Gaber - Luporini



1996 © P. A.

MONOLOGO



Dopo anni di riflessione sulle molteplici possibilità che ha uno Stato di organizzarsi sono arrivato alla conclusione che la democrazia è il sistema più democratico che ci sia.
Dunque, c'è la democrazia, la dittatura… e basta. Solo due. Credevo di più.
La dittatura in Italia c'è stata e chi l'ha vista sa cos'è, gli altri si devono accontentare di aver visto solo la democrazia.
Io, da quando mi ricordo, sono sempre stato democratico, non per scelta, per nascita. Come uno che quando nasce è cattolico, apostolico, romano. Cattolico pazienza, apostolico non so cosa vuol dire, ma romano io?!...
D'altronde, diciamolo, come si fa oggi a non essere democratici? Sul vocabolario c'è scritto che "democrazia" significa "potere al popolo". Sì, ma in che senso potere al popolo? Come si fa? Questo sul vocabolario non c 'è scritto.
Però si sa che dal 1945, dopo il famoso ventennio, il popolo italiano ha acquistato finalmente il diritto al voto. È nata così la "Democrazia rappresentativa" che dopo alcune geniali modifiche fa sì che tu deleghi un partito che sceglie una coalizione che sceglie un candidato che tu non sai chi è, e che tu deleghi a rappresentarti per cinque anni, e che se lo incontri ti dice giustamente: "Lei non sa chi sono io!". Questo è il potere del popolo.
Ma non è solo questo. Ci sono delle forme ancora più partecipative. Il referendum, per esempio, è una pratica di "Democrazia diretta"... non tanto pratica, attraverso la quale tutti possono esprimere il loro parere su tutto. Solo che se mia nonna deve decidere sulla Variante di Valico Barberino-Roncobilaccio, ha effettivamente qualche difficoltà. Anche perché è di Venezia. Per fortuna deve dire solo "Sì" se vuol dire no, e "No" se vuol dire sì. In ogni caso ha il 50% di probabilità di azzeccarla. Ma il referendum ha più che altro un valore folkloristico perché dopo aver discusso a lungo sul significato politico dei risultati… tutto resta come prima e chi se ne frega.
Un'altra caratteristica fondamentale della democrazia è che si basa sul gioco delle maggioranze e delle minoranze. Se dalle urne viene fuori il 51 vinci, se viene fuori il 49 perdi.
Dipende tutto dai numeri. Come il gioco del Lotto.
Con la differenza che al gioco del Lotto, il popolo qualche volta vince, in democrazia... mai!
E se viene fuori il 50 e 50? Ecco, questa è una particolarità della nostra democrazia. Non c'è mai la governabilità.
È cominciato tutto nel 1948. Se si fanno bene i conti tra la Destra – DC, liberali, monarchici, missini… – e la Sinistra – comunisti, socialisti, socialdemocratici, ecc. – viene fuori un bel pareggio. Da allora è sempre stato così, per anni!
Eh no, adesso no, adesso è tutto diverso. Per forza: sono spariti alcuni partiti, c'è stato un mezzo terremoto, le formazioni politiche hanno cambiato nomi e leader. Adesso… adesso non c'è più il 50% a destra e il 50% a sinistra. C'è il 50% al centro-destra e il 50% al centro-sinistra. Oppure un 50 virgola talmente poco… che basta che uno abbia la diarrea che salta il governo.
Non c'è niente da fare. Sembra proprio che il popolo italiano non voglia essere governato. E ha ragione. Ha paura che se vincono troppo quelli di là, viene fuori una dittaturadi Sinistra. Se vincono troppo quegli altri, viene fuori una dittatura di Destra. La dittatura di Centro invece... quella gli va bene.
Auguri!!!

giovedì 18 ottobre 2007

Franceschini il mediocre - senza offesa per i mediocri

Franceschini, ci risiamo. A Ballarò. Senza ritegno: servizio sull'"italiano povero/italiano ricco" lanciato dal "Florisenzadomande". Da un lato il patron dell'Harry's Bar (250 cravatte di seta, profitti che creano valore pari a 0 in quanto partono dai portafogli di attori, cantanti e politici e si ficcano direttamente nelle sue colonne di marmo nel fondale della sua piscina). Dall'altra parte, l'operaio italiano, "sfruttato,represso,calpestato,odiato,deriso,dimagrito,frustato,deriso,malpagato,derubato,deriso,disgregato"
E alla fine del servizio Franceschini, ancora lui, dice la GRANDE FRASE DA STATISTA ITALIANO PRONTO A DIFFONDERE DEMOCRAZIA E RISOLVERE I PROBLEMI DEGLI UOMINI E DELLE DONNE DI QUESTO PAESE: "Il figlio del padrone dell'Harry's e il figlio dell'operaio hanno di fronte a loro le stesse opportunità di vita".
Lascerei commentare non ai giovani che ogni giorno riempiono di contenuti questo Bolg, quanto piuttosto i tristi,insfruttati,incalpestati,inodiati,inderisi,infrustrati,orgogliosi,democratici,proseliti della mediocrità Margheritina.

mercoledì 17 ottobre 2007

Empals... e altro

Al Presidente della RepubblicaAl Presidente del Consiglio dei MinistriAl Ministero delle FinanzeAl Ministero dei Beni Culturali

Gentile Presidente,

Le scriviamo per segnalarLe una gravissima ingiustizia tributaria
che da molti anni si perpetua ai danni dei musicisti che – come
noi – esercitano la loro professione nell’attività concertistica.
Per ogni concerto tenuto in Italia, la legge ci obbliga a versare
all’Enpals una percentuale del nostro cachet, e anche gli enti
organizzatori devono pagare un’ulteriore quota. In totale, per
ogni nostro concerto viene versato all’Enpals più del 30% del
nostro cachet, ma, in pratica, nessuno di noi avrà mai diritto
alla pensione da parte dell’Enpals.
Infatti, la legge prevede che la pensione per la nostra categoria
professionale venga erogata dopo almeno 20 anni di contributi, e
per raggiungere un anno occorrono 120 giornate lavorative. Poichè
generalmente un concerto viene conteggiato come una giornata
contributiva, per raggiungere un anno di contributi sarebbero
necessari circa 120 concerti effettuati in Italia con regolari
contributi versati. Per raggiungere la quota necessaria per la
pensione, ossia 20 anni, sono quindi necessari 2400 concerti
effettuati in Italia: un traguardo che nella storia della
Repubbica Italiana forse nessun concertista classico è mai
riuscito a raggiungere. Infatti la nostra professione prevede che
i concerti siano preceduti da un lungo periodo di preparazione
(che l’Enpals evidentemente ignora), e per di più molti di noi
svolgono la propria attività principalmente all’estero, la quale
si solito non rientra nei conteggi Enpals.

Noi versiamo ogni anno all’Enpals molto di più delle trattenute
previdenziali di gran parte degli impiegati statali, e, se la
legge non cambia, non solo non avremo mai la pensione pubblica, ma
neanche ci verrà restituita l’enorme cifra versata invano. Alcuni
di noi hanno chiamato il call center dell’Enpals per chiedere
chiarimenti, e ci è stato confermato quanto sopra, e addirittura
gli stessi impiegati Enpals ci hanno suggerito di provvedere in
proprio ad una pensione privata, visto che altrimenti resteremo
senza.

Questa è solo una delle varie ingiustizie che subiamo da parte del
Fisco italiano: tra Enpals, ritenuta d’acconto, Iva e altre
trattenute, più del 60% dei nostri cachet è versato in tasse. E,
sia all’estero che in Italia, spesso costiamo agli organizzatori
molto di più dei nostri colleghi stranieri, i quali godono di
molte agevolazioni che a noi non sono concesse.

Chiediamo, dunque, le seguenti modifiche alla normativa che regola
la tassazione della nostra attività:

- L’abolizione del limite minimo di 120 giornate contributive
annuali per ottenere il diritto alla pensione. La pensione, come
già avviene nella maggior parte degli altri paesi europei, deve
essere proporzionale alla somme versate all’Enpals, e indipendente
dal numero di giornate contributive.

- L’introduzione di un regime fiscale speciale per i musicisti
professionisti, che tenga conto delle caratteristiche essenziali
della produzione del reddito; la possibilità di ottenere il modulo
E 101, come per i nostri colleghi stranieri; il recupero totale
delle tasse pagate all’estero; l’introduzione di meccanismi di
detrazione fiscale degli oneri sostenuti, quali le spese di
trasferimento e soggiorno.

La ringraziamo per la Sua preziosa considerazione, augurandoci che
con il Suo aiuto sia possibile risolvere al più presto questa
paradossale situazione, che per molti versi è contraria ai
principi della Costituzione Italiana.

Seguono firme

PER FIRMARE ANDATE QUI

http://www.petitiononline.com/enpals/

Movimentiamoci

"Armiamoci" e partiamo...
Prima però al mattino bisognerebbe andare a Palazzo Capranica per dire la nostra su:

"CONVEGNO A ROMA IL 20/10 PRO LEGGE BIAGI
- Difendere la legge Biagi. E’ questo lo scopo del convegno - manifestazione del 20 ottobre a Roma, al teatro Capranica dalle 9,30 alle 13,30. Importante per politici e imprese. Tra i relatori Formigoni, Casini, Sacconi, Craxi Stefania, Marino, Sangalli, Turci, Alemanno. Promotore il comitato per la legge Biagi, tra questi Giuliano Cazzola. In allegato il programma completo."

ANDIAMO LI DAVANTI, RAGAZZI, A DIR LORO COME LA PENSIAMO SULLA LEGGE “SCHIAVI” BIAGI…FATEMI SAPERE SE RIUSCIAMO A ORGANIZZARCI PRIMA DELLA MANIFESTAZIONE.

lunedì 15 ottobre 2007

Dialogo tra mamme italine

La signora Teresa alla signora Gina: “Mia figlia non capisce un cazzo!”
E Gina: “Ah!, hanno candidato anche lei per le Primarie del PD solo per raggiungere le quote rosa?”.

Giuliano Amato è Fascista

"Per cambiare dobbiamo trovare nuovi politici. Per questo, confermo che ho deciso di lasciare la politica, dopo questa esperienza da primo ministro. Solo i mandarini vogliono restare sempre e io sono in Parlamento ormai da dieci anni". (Giuliano Amato, subito dopo le dimissioni del suo primo governo, Ansa, 22 aprile 1993).

"Sono qui perché questo può servire a tirare la volata a gente giovane, perché la strada sia la loro. Ci servono giovani, enormemente. Questa è la mia ultima esperienza politica, non voglio cominciare altro come se fossi giovane". (Giuliano Amato alla presentazione della candidatura di Walter Veltroni alla segreteria del Partito democratico, 11 settembre 2007).

Giri di Walter

"Il mio futuro personale dopo l'esperienza di sindaco di Roma? Prevedo la chiusura della mia esperienza di politica attiva ed istituzionale. L'Africa o qualcosa di simile: l'importante, per me, sarà continuare una missione civica. E non ridurre la vita a una carriera politica. Sono affascinato, quasi ossessionato, da un'idea: una bellissima uscita di scena" (Walter Veltroni, "Che tempo che fa", Rai3, 8 gennaio 2006).

"Non penso affatto di propormi come il futuro leader del centrosinistra. Fare il sindaco di Roma è una esperienza esaltante e continuerò a fare quello. Io successore di Romano Prodi alla guida del centrosinistra? Posso senz'altro escluderlo, anche perché stiamo parlando di una cosa che riguarda un futuro lontano, da qui a cinque anni. Non ci penso affatto, anzi: fra cinque anni io avrò concluso la mia esperienza politica" (Walter Veltroni, ibidem).